Nel nostro ordinamento la tutela dei figli non è un optional: è un diritto costituzionale e un dovere giuridico dei genitori. Secondo l’art. 30 della Costituzione italiana, «è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli» — e tale principio si riflette con forza nelle norme civili che regolano il mantenimento dei figli.
L’obbligo di mantenimento: una responsabilità che non si spegne mai
Ogni genitore è obbligato a contribuire al mantenimento, all’istruzione e all’educazione dei figli in proporzione alle proprie possibilità economiche. Questa responsabilità non si limita alla convivenza o all’età minorile: i genitori devono provvedere anche se i figli raggiungono la maggiore età, finché non raggiungono una indipendenza economica reale.
La legge riconosce inoltre che entrambi i genitori devono permettere ai figli di mantenere rapporti equilibrati e continui con ciascuno di essi, anche dopo la separazione o il divorzio, tutelando così le relazioni affettive oltre a quelle economiche.
Cos’è l’assegno di mantenimento
Quando la convivenza termina e i figli non vivono più con entrambi i genitori, uno dei modi più comuni per soddisfare l’obbligo di mantenimento è l’assegno periodico di mantenimento: un contributo economico che permette al figlio di avere il necessario per la vita quotidiana, l’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’inserimento sociale.
L’art. 337-ter del Codice civile individua i criteri che il giudice deve considerare nella determinazione dell’importo dell’assegno:
- le reali esigenze dei figli;
- il tenore di vita goduto durante la convivenza familiare;
- i tempi di permanenza presso ciascun genitore;
- le risorse economiche di entrambe le parti;
- il valore economico dei compiti di cura e assistenza prestati.
Principio di proporzionalità e collaborazione genitoriale
Non si tratta di una somma “fissa” o standardizzata: la legge richiede che ogni genitore contribuisca secondo le proprie capacità ed in proporzione alle esigenze del figlio. Questa impostazione rende centrale la bigenitorialità, ovvero il fatto che entrambi i genitori partecipino attivamente alla vita economica e affettiva dei figli.
Se i genitori riescono a trovare un accordo, possono concordare liberamente l’importo e le modalità di contribuzione, purché non siano in contrasto con l’interesse superiore del minore. In assenza di accordo, sarà il giudice a stabilire l’ammontare dell’assegno in base ai criteri di legge.
Il mantenimento oltre la maggiore età
Contrariamente a un’idea diffusa, l’obbligo di mantenimento non si estingue automaticamente al compimento dei 18 anni. I genitori devono continuare a sostenere i figli finché non raggiungono un’autosufficienza economica concreta: ad esempio, se il figlio è ancora in formazione, cerca lavoro o non riesce a mantenersi da solo.
La giurisprudenza ribadisce che la cessazione dell’obbligo può essere riconosciuta solo in presenza di un comportamento del figlio che dimostri una vera autonomia oppure, al contrario, un rifiuto ingiustificato di collaborare attivamente al proprio sostentamento.
Diritti dei minori e responsabilità genitoriali
Il mantenimento economico è solo una parte dei doveri genitoriali. L’art. 315-bis del Codice civile stabilisce che il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità e inclinazioni naturali.
Inoltre, i figli minorenni hanno diritto a mantenere relazioni significative con entrambi i genitori, e i provvedimenti giudiziari devono sempre prendere in considerazione l’interesse morale e materiale del minore.
Conclusioni: equilibrio tra diritti e doveri
- L’assegno di mantenimento è lo strumento più comune per soddisfare l’obbligo legale di sostenere i figli dopo la separazione, nel rispetto dei criteri indicati dal Codice civile.
- L’obbligo di mantenimento si estende oltre la maggiore età se il figlio non è economicamente indipendente.
- Entrambi i genitori devono concorrere al mantenimento in modo proporzionato e collaborativo, tutelando il diritto dei figli a una crescita equilibrata e continua.
In ogni situazione concreta, una consulenza legale personalizzata è fondamentale per interpretare correttamente i diritti dei minori e i doveri genitoriali, perché dietro ogni norma ci sono persone, famiglie e progetti di vita.





